Cosa significa prevenzione senologica in un centro diagnostico?
Giovedì 12 Ottobre 2023
Ottobre è il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno. Un’occasione per ribadire quanto sia importante scoprire un tumore mammario nelle sue prime fasi e come la prevenzione possa salvare la vita.
Di questo e dei percorsi di prevenzione senologica abbiamo parlato con il Dottor Carlo Ottonello, medico radiologo, Direttore Tecnico della Diagnostica per Immagini presso il Centro Ricerche Cliniche di Pomezia.
Prevenzione senologica: perché è importante?
La prevenzione del tumore al seno è importante perché ci consente di scoprire il tumore mammario in una fase precoce. In questo modo, è possibile effettuare dei trattamenti terapeutici che possono essere sempre più efficaci.
Scoprire il tumore mammario il più precocemente possibile è fondamentale, così come lo è utilizzare tutte le tecniche di imaging a nostra disposizione, in base a degli iter che sono ben codificati.
Prevenzione senologica: quando iniziare?
Nelle pazienti asintomatiche e che non abbiano familiarità positiva di tumore al seno, si inizia il cammino di prevenzione senologica al quarantesimo anno di età, anno nel quale si deve eseguire l’esame mammografico.
Quando parliamo di donne asintomatiche, intendiamo quelle donne che non presentano sintomi, quali il dolore mammario (mastodinia) o alterazioni mammarie (noduli, alterazioni cutanee e del capezzolo, secrezione dal capezzolo).
Ci sono percorsi di prevenzione senologica per fasce di età?
Orientativamente al trentesimo anno di età, o prima in base al livello di rischio della paziente, si raccoglie l'anamnesi della donna e si fanno alcuni esami, anche di laboratorio. Questo ci permette di identificare in primo luogo eventuali pazienti ad alto rischio, per le quali è utile mettere in atto fin da subito azioni di prevenzione senologica.
È sempre possibile (ed auspicabile) eseguire un esame ecografico, a supporto della visita clinica, anche in giovane età, in pazienti asintomatiche, seppur non sia strettamente raccomandato in pazienti non caratterizzate da alto rischio.
È ovvio che in pazienti sintomatiche, anche molto giovani, è necessario eseguire l’esame ecografico ed eventualmente anche l’esame mammografico e RM, se clinicamente indicato.
A quarant’anni, invece, si inizia con il primo esame mammografico che andrà poi effettuato annualmente. Molto spesso, le pazienti mi domandano fino a che età continuare con la prevenzione per il tumore al seno: la risposta è “per tutta la vita”.
Una donna, a qualsiasi età, ha diritto di sapere se ha un tumore mammario e curarlo con successo, modulando i protocolli terapeutici in base alla storia della paziente ed anche all’età.
Quali sono i sintomi da monitorare?
Dico sempre che è sconsigliabile elencare alle donne tutta una serie di sintomi. Mi preme, piuttosto, che le donne familiarizzino con il proprio seno, segnalando al medico qualsiasi cambiamento.
Spiegare alle donne che bisogna cercare un nodulo, un addensamento, o un'alterazione cutanea è importante ma può incrementare il livello di ansia, tant’è che ritengo più importante per la donna imparare a monitorare e segnalare i cambiamenti, utili come campanello d’allarme nella prevenzione del tumore al seno.
Quindi, quello che risulta cruciale, anche quando si esegue un autocontrollo (ispezione, palpazione), è osservare se si notano dei cambiamenti.
Quali tipologie di prevenzione senologica esistono?
La prevenzione senologica prevede a monte di condurre uno stile di vita salutare, per esempio, limitando o abolendo completamente gli alcolici, e praticando quotidianamenteattivitàfisica. Tutte queste azioni sono importanti: l’attenzione allo stile di vita deve avere inizio ancora prima di sottoporsi agli esami diagnostici.
Nel momento in cui facciamo diagnostica senologica, il primo strumento che si utilizza dopo il quarantesimo anno di età, come detto, è la mammografia, ovvero un esame annuale che comporta l'utilizzo di radiazioni ionizzanti. Proprio per la presenza di radiazioni ionizzanti, la mammografia è un esame che viene eseguito sempre e solo quando strettamente necessario, al contrario di un’ecografia, che può essere fatta in qualsiasi momento.
Se la mammografia rivela un seno cosiddetto “denso”, o comunque complicato nell’interpretazione, si esegue l'esame ecografico ad integrazione. La combinazione di mammografia ed ecografia aumenta notevolmente la sensibilità nella diagnosi del tumore mammario.
Un ulteriore strumento diagnostico utilizzato per la prevenzione senologica è la risonanza magnetica. Essa entra a far parte della prevenzione senologica solo per le pazienti ad alto rischio, oppure nei casi dubbi. Le indicazioni all’esame RM sono ben codificate dalla letteratura scientifica.
Come si effettua la visita senologica?
La visita senologica è una visita medica in cui si raccoglie l’anamnesi, l’eventuale sintomatologia, e si attua l’ispezione e la palpazione del seno (compresa l’eventuale spremitura del capezzolo). Questa è una visita molto importante che deve essere effettuata dal medico senologo, correlando il dato clinico con quanto riscontrato a livello mammografico ed ecografico.
Non si può mai, secondo me, prescindere dal visitare la paziente. È importante che il medico senologo raccolga l’anamnesi personalmente ed esegua un esame obiettivo della paziente e non si limiti ad eseguire il referto mammografico.
Il medico radiologo senologo deve poter indirizzare la paziente verso eventuali successivi passi diagnostici e terapeutici e seguire la paziente nel tempo. Questo è un punto molto importante, perché crea un rapporto di fiducia e questo contribuisce ad aumentare l'efficacia di tutti i trattamenti e ad ottimizzare l’iter diagnostico e terapeutico.
Ecografia seno: quando farla?
Rispetto all'esame mammografico, come dicevamo, che è un esame che comporta l'utilizzo di radiazioni ionizzanti, l'ecografia può essere fatta sempre nel campo della prevenzione senologica, ma trova ovviamente il suo maggior utilizzo o come integrazione all’esame mammografico o come primo esame in pazienti non a rischio, sintomatiche, sotto i quaranta anni di età, ma anche, per esempio, nelle pazienti ad alto rischio che non possono eseguire l’esame RM.
È chiaro che l’esame ecografico, essendo pressoché privo di rischi, può essere utilizzato anche per un controllo clinico anche in pazienti molto giovani.
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