I primi due mesi a Kabul del TSRM Margherita Soliani

Lunedi 03 Settembre 2012

“L’impatto forte è stato con la violenza che si coglie nei corpi che arrivano in ospedale”

“Qualche anno fa ho deciso di rimettermi in discussione, cercando di trovare nella mia professione delle occasioni di stimolo alla crescita personale e professionale. E’ stato così che ho individuato in Emergency una organizzazione con caratteristiche vicine a ciò che stavo cercando. Mi è stata proposta la sede di Kabul e nel 2006 ho accettato, partendo”.

Margherita Soliani, 51 anni, è un TSRM, tecnico sanitario di radiologia medica presso l’Istituto Pratese di Radiodiagnostica di Prato e lo scorso 23 giugno, dopo aver chiesto l’aspettativa per alcuni mesi ad Alliance Medical, è partita per una nuova esperienza a Kabul, in Afghanistan. Si tratta della sua terza volta con la ONG Emergency.

“Non sapevo bene che cosa significasse lavorare in un ospedale traumatologico che accoglie i feriti di guerra. Non avevo idea di che cosa avrei incontrato. E soprattutto non sapevo come avrei potuto reagire di fronte a questa realtà molto lontana da quella che si vive nel nostro Paese”.
Margherita, o meglio Rita Soliani ci ha scritto che l’impatto forte non è stato tanto nei confronti della differenza di cultura e di tradizioni, come vedere camminare per strada le donne coperte dal burqa o nel riscontrare la reale povertà del popolo afgano. L’impatto per lei è stato con la violenza che si coglie nei corpi lacerati dalle esplosioni e dalle armi da fuoco.

“Il mio compito è quello di svolgere la mia attività di tecnico di radiologia in TC e di tutor in radiologia tradizionale. Mi prendo cura dell’esecuzione degli esami TC che vengono richiesti e nella maggior parte dei casi sono esami diretti a confermare la presenza di corpi estranei come schegge o pallottole così da poter decidere, secondo la gravità, come proseguire con i trattamenti”. In radiologia tradizionale, Rita si occupa della formazione e dell’aggiornamento del personale afgano che conta 4 tecnici, di cui uno assunto da un paio di mesi.

Rita ha spiegato che la dotazione delle attrezzature è ispirata a basse tecnologie per non incorrere nelle difficoltà di manutenzione o reperimento di pezzi di ricambio dei macchinari che in Afghanistan è molto complicato. La radiologia è composta da un trocoscopio e da una “romantica” camera oscura con sviluppo a mano. La TC è un modello monostrato, spirale, semplice ma funzionale e sufficiente.

“In questi giorni sto preparando un programma con alcuni argomenti di radiologia tradizionale da discutere con il tecnico neoassunto per colmare le lacune di formazione che ho riscontrato in questi primi giorni”.

Nelle immagini seguenti ritroviamo : 1 - L'ingresso del reparto TC, 2 - La radiografia di un omero fratturato per una "bullet injury" che sta asciugando al sole, sul fondo l'ingresso del reparto di terapia intensiva

           

Elisa Pasino
Ufficio Stampa

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