La salute del cuore in età avanzata e le malattie cardiovascolari
Lunedi 29 Aprile 2024
L’invecchiamento porta con sé una serie di sfide per la salute del cuore, e le malattie cardiovascolari rappresentano una delle principali preoccupazioni in età avanzata.
Tenere in salute il cuore è fondamentale per continuare a vivere una vita piena e attiva, ma se non si prendono alcune precauzioni e non si monitorano le proprie condizioni cardiovascolari, il rischio di patologie come l’aterosclerosi e lo scompenso cardiaco aumenta con l’età.
È importante adottare uno stile di vita sano, che includa una dieta equilibrata, l’esercizio regolare e il controllo dei fattori di rischio come il fumo e il diabete. Per comprendere meglio questo argomento, abbiamo intervistato la Dottoressa Giuseppina Santese, medico chirurgo, specialista in cardiologia, Direttore Sanitario del Poliambulatorio Losam e del Poliambulatorio San Nicolò di Carpi.
Come mantenere una buona salute cardiaca in età avanzata?
Sono tante le buone abitudini che andrebbero seguite costantemente. Questo vale per tutte le età, ma sicuramente quando gli anni iniziano ad avanzare, diciamo più o meno nelle decadi dai 65 anni in poi, è molto importante in primis fare attività fisica in maniera regolare: una camminata di circa 40 minuti tutti i giorni è sicuramente un modo corretto per mantenersi in movimento.
Secondo punto, ovviamente, curare l’alimentazione, quindi evitare i cibi iper-processati, cercare di preferire cibi sani e, soprattutto, limitare l’uso del sale. Allo stesso modo, è importante idratarsi in maniera adeguata.
Altro punto importante è sicuramente quello di tenere la mente allenata, continuando a imparare e a sollecitarla con esercizi. La lettura, ad esempio, riesce ad aiutare nel mantenere un tono dell’umore più alto ed essere, quindi, più positivi e ottimisti.
Risulta poi fondamentale cercare di dormire in maniera corretta. La qualità del sonno è importantissima a tutte le età, e anche in quella più avanzata avere un sonno regolare e senza interruzioni permette di riposare in maniera adeguata e di essere più attivi di giorno.
Ultimo, ma non meno importante, effettuare controlli medici regolari. Specialmente quando l’età avanza, sappiamo che il corpo va incontro a una serie di cambiamenti che devono essere tenuti sotto controllo. Sottoporsi a controlli regolari permette anche di individuare determinate problematiche precocemente e di poterle risolvere prima che si manifestino con una sintomatologia o problemi più seri.
Quali sono i fattori di rischio per la salute cardiaca?
I fattori di rischio sono ovviamente più o meno uguali a tutte le età, anche se chiaramente si modificano con l’avanzare degli anni.
Esistono alcuni fattori che vengono chiamati “fattori di rischio non modificabili”, e sono:
L'età: ovviamente più avanza, più il rischio aumenta.
Il sesso: sappiamo che il sesso maschile è più predisposto ad avere un maggiore rischio cardiovascolare, anche se questo dato è valido fino alla menopausa, perché le donne in questa condizione presentano lo stesso rischio degli uomini.
La familiarità: avere dei parenti che hanno avuto eventi precoci, ossia prima dei 45 anni per l’uomo e dei 55 anni per la donna, espone a un rischio maggiore.
Esistono poi i fattori di rischio modificabili:
Il fumo: fumare fa male. Sappiamo che la nicotina è un fattore predisponente per l’aterosclerosi.
La pressione alta è un fattore di rischio cardiovascolare che deve essere individuato e ovviamente corretto, sia con lo stile di vita sia con i farmaci in quanto, se non trattato in maniera adeguata, può causare altre patologie.
Il colesterolo alto: ha un impatto importante ed è fondamentale individuarlo e correggerlo anche in età avanzata.
Il diabete: sappiamo che è un fattore di rischio molto importante, soprattutto nelle persone più anziane, perché può sfociare in tantissime problematiche che possono essere di natura microvascolare, macrovascolare e anche neurologiche.
Il sovrappeso: è un fattore di rischio determinante perché spesso le persone anche non più giovani tendono ad accumulare qualche chilo di troppo mentre, invece, il peso andrebbe tenuto sotto controllo.
Quali sono le malattie cardiovascolari negli anziani?
Le malattie cardiovascolari negli anziani sono più o meno le stesse dei giovani. Però quelle più diffuse sono indubbiamente da ricercare nelle cause ischemiche cardiovascolari, come l’ictus, e nell’infarto miocardico.
Per quanto riguarda strettamente il cuore, queste problematiche sono spesso associate a fattori di rischio come l’ipertensione, il diabete e il colesterolo.
Un'altra delle cause principali è lo scompenso cardiaco. Oltre il 15% dei soggetti oltre i 65 anni di età presenta un deficit della pompa cardiaca che si trasforma poi nella sindrome chiamata, appunto, “scompenso cardiaco”. Molto spesso, è associata ad altre patologie, come l’infarto o l’ipertensione.
Un’altra anomalia che si manifesta spesso con l’avanzare dell’età è l’aritmia: in particolare, l’aritmia da fibrillazione atriale è presente in oltre il 10% delle persone oltre i 70 anni di età e può avere un impatto serio, in quanto è uno dei fattori di rischio per l’insorgenza dell’ictus.
Bisogna ricordare quanto sia importante identificare precocemente l’aritma e iniziare la cura più opportuna, come la terapia anticoagulante, il cui impiego attualmente si sta diffondendo considerevolmente, perché, può evitare l’insorgenza di ictus cardioembolico.
Ultimo punto importante nelle persone anziane è individuare le “alterazioni delle valvole cardiache”, si tratta di alterazioni degenerative delle valvole cardiache legate all’età, che possono manifestarsi con sintomi come stanchezza o affanno. Devono essere identificate precocemente per essere poi trattate in maniera adeguata.
Quando inizia a invecchiare il cuore?
Ogni persona ha la sua storia e quando il cuore inizia a invecchiare dipende ovviamente dal numero dei fattori di rischio presenti e da quanto questi fattori di rischio sono stati controllati e curati.
Quindi, in realtà, non esiste un’età definita. Molto spesso incontriamo persone di 90 anni che hanno un’età biologica molto diversa da quella anagrafica. Sono sempre importanti, comunque, la corretta prevenzione e la corretta identificazione dei problemi in maniera da poter garantire, poi, una terapia appropriata.
Quanto deve essere il battito cardiaco di un anziano?
Per definizione, il battito cardiaco dovrebbe essere in un range tra 60 e 100 battiti, e questo valore vale per tutti. È chiaro che molto dipende da alcune variabili: ad esempio, molti pazienti anziani sono in terapia con farmaci che controllano il battito cardiaco, come i betabloccanti.
Il battito cardiaco dipende molto anche dall’attività fisica che viene regolarmente svolta. Tante persone anziane si dedicano regolarmente all’esercizio fisico e tendono, quindi, ad avere un battito cardiaco più basso.
Tuttavia, più che il battito cardiaco in sé è molto importante conoscere e mantenere sotto controllo la frequenza cardiaca. Infatti, eventuali alterazioni del ritmo, come accelerazioni o bradicardia, possono essere un segnale di piccole problematiche che, quanto prima vengono individuate, tanto prima si possono risolvere, evitando il manifestarsi di problematiche più serie.
Come cambia il cuore con l’età?
Il cuore, come tutti gli altri organi, va incontro a una serie di modifiche in parte fisiologiche che, in alcuni casi, possono diventare patologiche.
In primis il cuore diventa via via meno elastico, specie a livello delle arterie. Questa situazione si manifesta con arterie più rigide, il che determina un aumento della pressione arteriosa la quale, a sua volta, può essere causa di aterosclerosi.
Anche il muscolo cardiaco può diventare più rigido e questo può provocare un’alterata funzionalità del cuore. Se questa condizione degenera, si può andare incontro a scompenso cardiaco che, come abbiamo detto, è una condizione molto frequente con l’avanzare dell’età.
Può poi presentarsi una fibrosi del tessuto elettrico, ossia del tessuto che trasmette l’impulso elettrico del battito. Nella persona anziana questa condizione spesso può indurre una variazione del battito cardiaco che tende a essere rallentato. In alcuni casi si può manifestare con delle bradiaritmie o dei blocchi, per cui si rende necessario ricorrere all'impianto di pacemaker per risolvere l’anomalia.
Ecco perché, in tutti i casi, il corretto monitoraggio dei parametri emodinamici è molto importante.
Qual è la causa più comune di scompenso cardiaco nell’anziano?
Attualmente, lo scompenso cardiaco è una patologia estremamente importante per l’anziano ed è praticamente la prima ragione di ricovero dopo i 65 anni.
Questo problema riconosce due principali fattori di rischio:
La cardiopatia ischemica, ossia l’infarto o, comunque, tutte le patologie che riguardano il ridotto apporto di ossigeno a livello delle coronarie.
L'ipertensione arteriosa che, se non ben controllata nel corso degli anni, provoca una serie di alterazioni, come la perdita di elasticità del cuore e l’ingrossamento delle cavità atriali.
Altre cause sono da ricercarsi, ad esempio, nella degenerazione delle valvole che porta a un sovraccarico del cuore e, quindi, a uno scompenso cardiaco; oppure anche in patologie cardiache di origine non ischemica, come le malattie da accumulo, che talvolta hanno un impatto molto importante proprio nella popolazione più anziana.
Spesso nell’anziano un’aritmia che si presenta con un battito cardiaco improvvisamente accelerato, come una fibrillazione atriale, può essere una causa di scompenso cardiaco.
Bisogna anche prendere in considerazione cause non tipicamente cardiache; una concomitante infiammazione che può essere dovuta anche ad una semplice influenza può essere fattore predisponente per l’insorgenza dello scompenso cardiaco. Anche un’anemia improvvisa oppure alterazioni degli esami ormonali sono fattori scatenanti per lo scompenso cardiaco.
Favorire l'evoluzione tecnologica nell'ambito della diagnostica per immagini con delle soluzioni flessibili e avanzate per l'ottimizzazione dei servizi di assistenza sanitaria
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