L’innovazione nei trattamenti per la patologia emorroidaria ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, offrendo soluzioni sempre più efficaci e meno invasive. Tra le opzioni più recenti e promettenti troviamo il sistema Exroid, che utilizza l’energia elettrica bipolare per trattare le emorroidi in modo sicuro e con un rapido recupero.
Questo trattamento rappresenta una valida alternativa sia alla terapia medica tradizionale, sia alla chirurgia, ed è adatto a pazienti di tutte le età e condizioni. Ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Francesca Mandolfino, medico specialista in Chirurgia dell’Apparato Digerente ed Endoscopia Digestiva Chirurgica, che collabora con l’Istituto Salus di Genova.
Che cosa sono le emorroidi?
Le emorroidi sono dei cuscinetti vascolari situati nel canale anale di tutti noi e contribuiscono alla continenza. Il problema sorge quando si infiammano e diventano patologiche: in questo caso possono causare vari sintomi, che vanno da un lieve fastidio, a pruriti, bruciori e sensazione di peso, fino a manifestazioni più complesse, come sanguinamenti e prolassi.
La patologia emorroidaria è suddivisa in quattro stadi, chiaramente identificabili attraverso una visita medica. Quando il paziente inizia a essere infastidito dai sintomi, si rivolge a uno specialista che certifica la presenza della patologia, ne determina il livello e propone un trattamento adeguato in base allo stadio della malattia.
Emorroidi e trattamenti: quando è il caso di operare?
Nei primi stadi della patologia emorroidaria non è necessario ricorrere a interventi invasivi. Esistono terapie di supporto e terapie locali che funzionano piuttosto bene.
Nei primi due livelli, il paziente può essere tenuto sotto osservazione. Nel caso del terzo stadio, la decisione dipende anche dalla sintomatologia presente. Nel quarto stadio, invece, si consiglia quasi sempre un intervento immediato, poiché questa condizione può determinare peggioramenti significativi per il paziente.
La patologia emorroidaria può andare incontro a regressione (sottostadiazione, in termini tecnici) a seguito di trattamenti locali e terapie mediche.
Il terzo stadio può diventare un secondo o un primo se il paziente adotta una serie di comportamenti, oltre alle terapie, per evitare un’infiammazione importante. Al contrario, è difficile che un quarto stadio si semplifichi abbastanza da non richiedere una terapia più invasiva.
È quindi fondamentale adattare il trattamento alle esigenze del paziente e comprendere le cause che hanno determinato la patologia.
Trattamenti per emorroidi: cos’è il sistema Exroid?
Il sistema Exroid rientra nel vasto mondo dei trattamenti disponibili per la patologia emorroidaria ed è una metodica innovativa. Sfrutta l’energia elettrica bipolare ed è decisamente la tecnica più vantaggiosa sia per il tipo di trattamento sia per il tipo di esito. Può essere proposta a tutti i livelli di patologia, dal primo al quarto grado.
Rappresenta una validissima alternativa ai trattamenti medici, che i pazienti devono ripetere nel tempo, e alla chirurgia, risultando molto utile nei casi di terzo e quarto stadio, dove la qualità di vita del paziente è compromessa.
Come si esegue il trattamento delle emorroidi con Exroid?
Il trattamento viene eseguito in ambiente ambulatoriale e non richiede ricovero né anestesia in senso stretto. Di norma, gli interventi per emorroidi vengono svolti in anestesia spinale, con un’iniezione nella schiena per anestetizzare tutta la zona interessata. In questo caso, invece, non è necessario. Si può, eventualmente, utilizzare una leggera sedazione.
La procedura prevede l’introduzione di una sonda che eroga energia bipolare all’interno del canale anale, utilizzando un anoscopio specifico, per individuare i gavoccioli emorroidari da trattare. In base al livello di patologia, variano la durata e l’intensità di erogazione dell’energia.
Il paziente non avverte alcun dolore, poiché l’energia bipolare tratta solo il gavocciolo, passando da un polo all’altro, senza coinvolgere le zone sensibili del canale anale.
Per chi è indicato il sistema Exroid?
I soggetti che un chirurgo tenderebbe a scartare o a procrastinare il più possibile, come quelli per cui l’anestesia e la ripresa possono essere critiche (cardiopatici, persone in terapia anticoagulante, donne in allattamento), possono tranquillamente sottoporsi a questo trattamento. Le donne che hanno appena partorito, ad esempio, non possono essere sottoposte a un intervento chirurgico invasivo né utilizzare importanti farmaci di supporto, ma possono comunque eseguire questo trattamento senza problemi.
Anche i soggetti giovani, che non vogliono sottoporsi a una chirurgia impegnativa, che richiede comunque 15-20 giorni di convalescenza dal lavoro, possono beneficiare di questa procedura. Lo stesso vale per i pazienti che non amano l’idea di un intervento di chirurgia proctologica in anestesia spinale.
Quanti giorni di riposo dopo un intervento alle emorroidi?
Con il sistema Exroid, il paziente può lasciare l’ambulatorio in tutta tranquillità e tornare a casa appena finito l’intervento. Virtualmente, il giorno dopo potrebbe riprendere a lavorare senza problemi.
Tuttavia, consiglio sempre un paio di giorni di riposo, in modo da non sollecitare la zona trattata con posture obbligate per lungo tempo (stare a lungo seduti o in piedi).
A parte queste precauzioni, i miei pazienti normalmente lasciano l’ambulatorio e riprendono le loro attività quotidiane senza difficoltà.
Quali sono i cibi da evitare per le emorroidi?
In generale sono da sconsigliare tutti gli alimenti che “riscaldano”. Tra questi, gli insaccati (esempio classico il salame), le spezie, il pepe, il peperoncino, la cioccolata e gli alcolici, poiché esercitano un’azione vasodilatante sul plesso emorroidario.
Oltre agli alimenti, il fumo è dannoso poiché influenza negativamente la circolazione periferica. Inoltre, le abitudini di supporto alla chirurgia tradizionale vanno sempre considerate.
Nessun medico dirà “fatto l’intervento mangia quello che vuoi”, il rischio è quello di rallentare la guarigione e ridurre gli effetti a lungo termine.
Favorire l'evoluzione tecnologica nell'ambito della diagnostica per immagini con delle soluzioni flessibili e avanzate per l'ottimizzazione dei servizi di assistenza sanitaria
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